Il Consiglio Grande e Generale nella seduta del 13 settembre ha approvato l’Istanza d’Arengo promossa dai GDC riguardante la richiesta di attuare politiche mirate a contrastare i fenomeni legati al cambiamento climatico e ad attuare interventi per mettere in sicurezza le risorse idriche presenti in territorio.
Come GDC non possiamo che esprimere soddisfazione per l’approvazione di tale istanza, che mai come in questo periodo storico risulta essenziale e non più procrastinabile.
Nello scenario odierno non c’è più spazio discrezionale per valutazioni soggettive riguardo ai cambiamenti climatici ed alla gestione di risorse limitate, quale appunto l’acqua. Tematiche che devono essere affrontate dai governi di tutti i paesi a prescindere dall’orientamento politico. San Marino non può esimersi da responsabilità in merito.
Nel 2015 è stata sottoscritta da 193 paesi membri dell’O.N.U. – tra i quali San Marino – l’Agenda 2030 nella quale sono contenuti 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere. Dal 2015 sono trascorsi 8 anni, e rimangono solo 7 anni alla data limite del 2030. Come GDC riteniamo che sia necessario uscire dall’attuale immobilismo, che non ha portato risultati soddisfacenti ed efficaci, nonostante siano stati creati tavoli tecnici dedicati ad affrontare tali tematiche.
Il punto di partenza non può che essere la contestualizzazione della situazione idrica sammarinese, con un’analisi della richiesta d’acqua annuale, delle fonti di approvigionamento, dell’entità delle perdite. Dopodiché possono essere proposte e studiate nella fattibilità diverse opzioni di intervento, quali, ad esempio, cisterne pubbliche adibite alla raccolta delle acque, il rainwater harvesting (ossia la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana) a livello pubblico e privato, le nature-based solution (ovvero soluzioni volte a proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare gli ecosistemi naturali).
Sono numerose le possibilità che San Marino ha per poter fare realmente la differenza in questo ambito, devono essere solo prese efficaci decisioni per attuare interventi concreti.
Risale a circa 4 anni fa la stima del World Resources Institute, che vedeva la Repubblica di San Marino all’undicesimo posto tra i paesi a più alto rischio di siccità sistemica. Da allora, per diverse estati, sono state emesse ordinanze che limitavano il consumo dell’acqua da parte dei cittadini. È vero che i più grandi cambiamenti nascono dai comportamenti virtuosi delle singole persone, ma sono altresì essenziali politiche adeguate e complete in grado di creare gli strumenti per invertire i trend degli ultimi anni.
Ufficio Stampa GDC