San Marino: un Paese di costruttori oppure di distruttori? E’ questa la domanda che, come Giovani Democratico Cristiani, ci è venuto spontaneo porci, soprattutto in questi giorni in cui anche la nostra piccola Repubblica subisce l’influsso delle notizie che arrivano dall’Italia, dove le dimissioni del premier Mario Draghi hanno fatto nuovamente spuntare all’orizzonte lo spettro dell’instabilità e dell’indeterminatezza economica e sociale di un’intera nazionale. La bagarre vista in questi giorni nel Parlamento italiano ci riporta purtroppo alla memoria un’altra bagarre, quella che da troppo tempo anima e divide la politica sammarinese. L’intera scena politica sammarinese sembra essere attraversata, almeno di recente e salvo pochi rarissimi casi, da un unico leitmotiv: quello della ricerca spasmodica e forzata di colpevoli su cui scaricare la responsabilità dei vari problemi che di volta in volta il Paese è chiamato ad affrontare: la congiuntura economica, l’emergenza sanitaria, le criticità all’interno del sistema giudiziario. E’ un gioco al massacro dove, alla ricerca di soluzioni e possibili vie di uscita, si sostituisce il rimpallo delle colpe. Molti politici, indipendentemente dalla loro fazione di appartenenza, sembrano avere come unico scopo la messa all’angolo dell’avversario, la ricerca di un capro espiatorio da additare alla cittadinanza, come se questo fosse sufficiente a risolvere problematiche, contingenti e strutturali, che affliggono la Repubblica. Una politica del “chiacchiericcio”, del fango e del discredito che, come abbiamo avuto modo di appurare, non piace agli elettori, stanchi di queste continue dietrologie e di botta e risposta inconcludenti che avvelenano il dibattito e ostacolano la condivisione di idee e proposte. Non è questo il tipo di politica che vogliamo per la San Marino di domani. Ci riallacciamo dunque alla domanda a cui facevamo accenno poc’anzi: è ora che il nostro Paese prenda una decisione e stabilisca una volta per tutte che tipo di orientamento vuole adottare rispetto a questioni di strettissima attualità, dalle quali dipendono le possibilità di sviluppo e di crescita dell’intera Repubblica e in particolar modo delle nuove generazioni. Il nostro vuole essere un atteggiamento ostinatamente distruttivo? Oppure preferiamo imboccare la strada opposta? Quella della costruzione, del dialogo, del confronto, della messa a punto di strategie concrete e condivise, capaci di impattare realmente sul Paese? Come Giovani Democratico Cristiani, non abbiamo dubbi su quello che deve essere la direzione da intraprendere. Ne abbiamo dato prova ampiamente prova in questi anni e anche negli ultimi mesi, con il grande impegno profuso nell’organizzazione di momenti di formazione rivolti ai giovani che iniziano a muovere i primi passi nel mondo della politica, con l’obiettivo di fornire loro gli strumenti e le competenze necessarie a muoversi con disinvoltura e autorevolezza nei diversi contesti, nazionali e non solo; lo abbiamo dimostrato attraverso la presentazione di tesine programmatiche, che hanno fornito elementi di discussione, spunti e materiale su argomenti specifici, e strettamente correlati alle esigenze di San Marino e dei suoi abitanti; lo abbiamo dimostrato attraverso un esercizio di critica costruttiva e propositiva nei riguardanti dei partiti. Continuiamo a credere in questo modo di fare politica. Una politica fatta non tanto di rivalità e casacche; una politica dotata di un orizzonte molto più ampio, in grado di mettere da parte vecchie ruggini e dissapori. La verità è che a nulla serve affannarsi nella ricerca di qualcuno da sbattere sul banco degli imputati. Non è questo il punto; e non è questo ciò che interessa alla popolazione. Ciò che preme davvero ai sammarinesi, alle prese con tutte le difficoltà di un momento storico senza precedenti, è di avere risposte tangibili, comprensibili, trasparenti e lungimiranti rispetto a quelli che sono i problemi.