Si è da poco conclusa la fase della mia presidenza dei Giovani Democratico Cristiani di San Marino: un’esperienza per me molto significativa, che mi ha dato la possibilità di guardare al mondo della politica con maggiore consapevolezza. Per questo motivo, da giovane fortemente impegnato, sento di dover esprimere alcune considerazioni sullo scenario che in questi mesi si dipana davanti ai nostri occhi, generando aspettative e speranze per il futuro della nostra Repubblica.
Attualmente San Marino si trova immersa in un quadro di fortissima fibrillazione. Manca un anno alle prossime elezioni, e già assistiamo alle prime fughe in avanti, ai cambi di casacca, strani movimenti di ‘cespugli e cespuglietti’. Riallacciandomi a quanto da me affermato nel mio intervento in Commissione Affari Esteri, mi sento di rivolgere un forte richiamo alla serietà della nostra classe politica, auspicando che il cammino che ci separa da qui alla prossima chiamata alle urne possa essere contrassegnato da una gestione oculata e lungimirante della cosa pubblica, sensata e ragionevole, senza intoppi o deviazioni immotivate e insensate, con particolare riferimento al tema dell’accordo di associazione con l’Unione europea, traguardo che deve essere in cima all’agenda delle priorità del nostro Paese.
In questi anni il Governo e la maggioranza, dove il Partito Democratico Cristiano rappresenta quasi il 50%, hanno profuso uno sforzo notevole per riportare la nostra Repubblica in uno status di normalità dopo una fase buia e frastornata, che ha generato nei sammarinesi un forte senso di incertezza per il domani e ancora un certo scoramento. Molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare, e i prossimi mesi da questo punto di vista saranno davvero determinanti. I nostri politici hanno un compito delicato: impedire che il Paese finisca per uscire dal binario di serietà e consapevolezza lungo il quale è stato instradato in questi ultimi anni, e accelerare con convinzione per il rafforzamento delle relazioni con i nostri vicini italiani e il perfezionamento dell’Accordo di Associazione con l’Unione europea.
Tutto questo con un forte e imprescindibile senso di responsabilità e sempre con la volontà di andare ad impattare positivamente su quei settori e quelle tematiche che ritengo prioritarie e che oggi richiedo risposte immediate. Penso alla sanità, alla questione del carovita, allo sviluppo del terzo settore, ma anche all’ambiente e al superamento delle criticità legate all’emergenza idrica, attraverso interventi strategici come ad esempio quello connesso al recupero dei ‘botacci’, sul quale già l’anno scorso come presidente dei GDC avevo rivolto delle sollecitazioni.
Veniamo da anni di crisi, dovuti prima alla pandemia, poi alla guerra in Ucraina e alla congiuntura economica. Le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare potrebbero indurci a cedere alle lusinghe di certi settori dell’economia, della finanza e della politica che guardano a San Marino per semplici ragioni di opportunismo e che vorrebbero traghettarci verso alleanze geopolitiche che non rispecchiano i nostri valori e non sono in linea con i nostri obiettivi.
Rischieremmo di commettere gli stessi errori del passato, di farci stregare dalle sirene di chi promette facili risultati in tempi ristretti, sprofondano di nuovo in quel clima di ‘ubriacatura’ che durante gli anni Novanta tanto male ha causato al nostro Paese.
E’ nostro dovere, come classe politica, tenere invece la barra a dritta, salvaguardando così quel tessuto di piccole – medie imprese e di tantissimi lavoratori virtuosi che sono la spina dorsale e il punto di forza del nostro Paese.