“Questo progetto NON può proseguire così… È un NO al metodo… Il Paese deve dire NO a questo modo di fare…”. Quante volte abbiamo sentito queste ridondanti frasi, pure il nostro spirito critico ci ha portato a dissentire a tante iniziative, ma ci sono NO ai quali seguono proposte di visione diversa (vedi le nostre tante proposte programmatiche), e NO che cercano solo di bloccare; questi ultimi sono quelli che frenano il Paese. Nell’ultimo periodo abbiamo chiesto alla politica un esercizio di responsabilità di fronte alla difficile sfida di resilienza che sta affrontando San Marino, sia chiaro lunge da noi essere “bacchettoni” ma permetteteci di essere sinceramente preoccupati, noi, se Dio vuole, abbiamo una vita da vivere in questo Paese, e ci preoccupa vedere i giochini di potere che certi personaggi fanno a discapito del nostro futuro e quindi questi richiami sono richieste affinché si aprano veramente gli occhi. È facile alimentare malumori diffusi tra la cittadinanza, su tematiche nuove e scarsamente, se non addirittura mai, affrontate prima, per un puro scopo propagandistico, ne è evidenza il movimentismo populista, ormai al tramonto, di fuori confine. Noi GDC siamo preoccupati per questo modo populista di ostruzionismo. Esso rischia inevitabilmente di danneggiare la nostra Repubblica immobilizzandola. Il progetto di riqualificazione dell’ex Tiro a Volo di Murata, il DES e tante altre, sono tematiche che devono essere affrontate e discusse. Ma in modo serio e costruttivo, e non ostruttivo, ricercando nel confronto le soluzioni alle giuste perplessità, onde evitare scontri di basso livello che lasciano il tempo che trovano. Ogni proposta di legge può presentare delle criticità ma anche delle opportunità. Tuttavia non condividiamo l’atteggiamento di chi, nonostante lo studio e l’approfondimento, dice NO a priori, solo perché si è chiamati esprimere un parere riguardante temi che non sono “farina del proprio sacco”. Si tratta di totale disonestà intellettuale. Purtroppo sembra che, ad oggi, la “competizione” tra i diversi partiti riguardi esclusivamente il tentativo di danneggiare le idee altrui. Oggi chi pianta alberi reclamando la bellezza naturale di un rudere di cemento a Murata, nella scorsa legislatura non solo voleva farci progetti analoghi ma addirittura voleva installarci delle antenne ad altezza torre, ma vabbè, la memoria è corta… E le soluzioni? Alberi e soldi pubblici? Ma è fattibile conti alla mano? Noi pensiamo proprio di no. San Marino necessita di una rivoluzione culturale, che sappia ricostruire un vero dialogo sincero tra le persone, esercitandoci a riconoscere come ha citato la Reggenza nel suo discorso di apertura, più ciò che ci unisce che ciò che ci separa. Siamo un pugno di cittadini, e le sfide globali ed europee che affronteremo richiedono chiarezza, unità e onestà fra di noi. I nostri nonni ce lo avevano insegnato non perdiamoci nelle logiche dello scontro, perché ad uscirci con le ossa rotte saranno sempre i fragili che vedono, sempre di più, affievolirsi quella luce di speranza che noi siamo chiamati ad alimentare.