Stiamo vivendo momenti difficili, momenti di incertezza dettati prima da una devastante pandemia che ha bloccato il mondo e poi da una pazza guerra che ha sconvolto la geopolitica, l’economia e quindi, ulteriormente la vita di tutti noi. Quello che sta accadendo mette tutti noi davanti ad una forte domanda: come affrontare le sfide del domani? Come possiamo far tornare la fiducia in chi ci governa, nei servizi, nella gente? Fiducia, una parola forte che esige oggi più che mai una riscoperta del vero senso della relazione: come può crescere la fiducia tra la chi governa e chi è governato? La fiducia come dice la Treccani è un: “Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità”. Oggi quella produzione di tranquillità nel rapporto con la politica appare sempre più spesso problematica, e questo accade per molteplici fattori, soprattutto che si possono imputare alla mancanza di chiarezza comunicativa, alla approssimazione nella realizzazione di contenuti, ad esempi poco virtuosi, all’incapacità di unirsi su basi ideali. Una “malattia” quella che ha preso la politica che sta cancellando proprio questa ricerca di fiducia, creando altresì un avvicinamento alla politica stessa per rabbia, tifoseria o peggio ancora opportunismo. Oggi noi come GDC vogliamo proprio partire da qui, riflettendo su questo importantissimo tema la cui ripresa passa prima di tutto dalla formazione di una classe dirigente che annulli questo nichilismo insistente, che come una vera e propria “cancel culture” annichilisce il desiderio di fiducia, di speranza, di progettualità di partecipazione, e trascina sempre più in basso nella totale rassegnazione. Questo accade anche perché gli esempi che ci troviamo difronte, sia di maggioranza sia di opposizione, da chi governa a chi dovrebbe controllare, si muovono su un terreno continuo di totale instabilità di chiarezza, di comunicazione e di condivisione delle proprie idee e progetti, con il rischio di trovarsi schiacciati in continui botta e risposta senza struttura logica, ma con il solo intento di costruire barricate che trascinino il cittadino da una o dall’altra parte. Ma c’è un’altra via! Ed è quella che stiamo percorrendo con fatica, tenacia e tanta perseveranza noi Giovani Democratico Cristiani, una via basata sull’ascolto, sulla formazione e sullo studio continuo, per arrivare a generare risposte concrete e reali alle esigenze della popolazione, con serietà e non con approssimazione, che ci permetta di essere sinceri nel nostro agire e liberi da logiche di “bottega” del consenso a tutti i costi. Una strada che delinei con chiarezza i nostri ideali, cristiani e liberali, il nostro modo di porre la persona al centro, accentuandone le doti, facendola emergere in una società di diritti e doveri e non solo di diritti e di assistenzialismo a tutti i costi. Una via che ci ha portato ad essere in Europa e nel mondo al pari dei grandi paesi, rimettendo al centro la vera ricchezza del nostro Paese che sono i rapporti internazionali. In conclusione, bisogna tornare a costruire quel rapporto insieme con serietà e sincerità, e questo è quello che noi cerchiamo di fare; i giovani vogliono diventare protagonisti e per farlo, portando risultati, questa è la via. Con queste considerazioni vogliamo anche far conoscere la nostra SCUOLA DI FORMAZIONE POLITICA che questo mercoledì 16 alle ore 18:00 tratterà la figura di CLARA BOSCAGLIA, una donna che attraverso “Quell’insana pazzia che è l’amore per questo Paese” ha saputo alimentare la fiducia in una costruzione comune e avvicinare tantissimi giovani e donne alla politica e alla vita sociale e sindacale. Da queste figure traiamo l’energia per un domani migliore.
Cs – GDC