Un titolo molto diretto, è vero, ma è così lontano dalla verità che stiamo leggendo, ascoltando e vivendo tutti i giorni?
In quest’ultimo mese, specialmente in questa ultima seduta consigliare, siamo sommersi da comunicati stampa, dichiarazioni e notizie di crisi di governo, di disastri politici ed economici. Per essere più concreti potremmo riferirci al così tanto discusso D.E.S. oppure al caos bollette. Temi fondamentali da affrontare e risolvere per la nostra Repubblica. Tuttavia come giovani ci poniamo una riflessione; come cittadini qual è stato il nostro approccio a queste notizie? Abbiamo effettuato un’analisi seria, intellettualmente onesta ed approfondita? La classe politica è compatta ed unita per far chiarezza e per tutelare la cittadinanza?
Su quest’ultima domanda rettificheremmo in “parte della classe politica”, perché ad alimentare il caos mediatico con argomentazioni propagandistiche non è la Politica che come giovani ci aspettiamo di vivere. Un grande Politico, Alcide De Gasperi, affermava “un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione”. Ci soffermeremmo sulla parola generazione. Le future generazioni sono sempre state lo sprono per la classe politica per non stazionarsi solo sul presente ma di avere sempre una visione indirizzata al futuro. Una prospettiva, quella a livello economico e finanziario, che fino a poco tempo fa sembrava incerta o forse, sarebbe corretto dire, già segnata.
In pochi anni e ci riferiamo tra il 2017 e il 2019 abbiamo visto: il fallimento e il commissariamento di due istituti di credito, Asset Banca ed il Credito Industriale Sammarinese (C.I.S.); lo scioglimento anticipato del Consiglio Grande e Generale nel 2019 del governo Adesso.sm. L’eredità lasciata da tale governo fu quella di un’economia al palo senza riserve di liquidità nelle casse dello Stato, l’assenza di un posizionamento sui mercati finanziari internazionali, obiettivo oramai fondamentale per ogni Stato e l’inconsistenza di rapporti internazionali sia in ambito europeo sia con la vicina Italia.
In questo contesto una domanda che come lettori potete lecitamente e giustamente porvi è se oggi possiamo affermare di aver riassestato totalmente tutti questi temi.
Per la prima volta per ricostruire il tessuto economico finanziario e reperire liquidità ci siamo rivolti al mercato finanziario internazionale, ricevendo dallo stesso Fondo Monetario Internazionale il plauso di come “negli ultimi due anni l’economia interna abbia registrato una crescita notevole, aumentando la fiducia e la stabilità del tessuto socio economico sammarinese”. E riguardo ai rapporti internazionali? Il 2023 sarà l’anno in cui il Governo della Repubblica di San Marino ha la concreta possibilità di addivenire alla conclusione dell’accordo di associazione all’Unione Europea. Sempre in ambito internazionale possiamo affermare che oggi i rapporti con il governo della vicina Italia sono ritornati alla normalità. Su tali aspetti il PDCS ha avuto un ruolo di vero protagonista, ristabilendo un costante, reale e sincero rapporto sia con il passato governo Draghi, sia con il nuovo governo Meloni, ne è la prova la notizia dell’imminente visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella il prossimo ottobre.
Prima di concludere ci occorre fare un appello. Questo 2023, era iniziato con il presupposto di attuare strategie concrete per il futuro della Repubblica, abbandonando disaffezioni e contrasti politici…o forse sarebbe corretto utilizzare in questo caso il condizionale “sarebbe dovuto iniziare”? Già da qualche mese assistiamo a numerosi valzer politici tra le file della maggioranza e dell’opposizione, ne sono l’esempio le strumentalizzazioni e agli attacchi anche personali sugli ultimi accadimenti. Ci sembra che molti partiti, sentendo l’avvicinarsi delle prossime elezioni, abbiano già iniziato la propria campagna, ognuno sembra che stia giocando la propria partita per ritrovare o accrescere il proprio consenso nel Paese e ci sembra normale porci una riflessione. Spesso si pensa di risolvere in fretta ed in maniera semplicistica le problematiche con slogan e parlando alla pancia della gente di quello che non va o che deve essere migliorato, senza però proporre soluzioni e quindi in una totale assenza di idee e progetti concreti. Questa politica non piace ai cittadini, ormai stanchi di queste continue dietrologie e di botta e risposta inconcludenti che avvelenano il dibattito e ostacolano la condivisione di idee e proposte. Questo non è il nostro modo di far politica.
Anche se con diversi punti interrogativi e dubbi ci piacerebbe vedere una classe politica in un confronto vero, dove ognuno, anche con i propri dubbi, svolga un ruolo costruttivo e propulsivo sia nel porre interrogativi o segnalare delle possibili distorsioni ma che contribuisca con idee a progetti in favore della crescita del Paese. Come GDC non ci stancheremo mai di essere una forza propositiva per la nostra Repubblica con una prospettiva fatta di concretezza e solidità ed indirizzata al medio lungo periodo. L’obiettivo, per tutti, dovrebbe essere quello di proporre progetti volti a risolvere i problemi che i giovani vivono ogni giorno, come la precarietà del lavoro, per citarne uno solamente.
Dobbiamo ricordarci che il bene comune di tutti e più importante di quello di una sola determinata classe e visto che oggi siamo nell’ora della propaganda, ci piacerebbe sapere quando saremo nell’ora della responsabilità.
Ufficio Stampa GDC