Innanzitutto, voglio dire che essere qui, su questo palco, assieme ai vertici del Partito, per me, che sono appena stato nominato nuovo presidente dei GDC, è un vero onore, e forte è anche l’emozione.
Alla prima domanda rispondo assolutamente sì. I giovani sentono, e permettetemi di dire anche in maniera alquanto forte e pressante, questo senso di responsabilità nel fare politica. L’esempio è stato il nostro XVIII Congresso dal titolo “Ieri, oggi e domani: perseverare per il bene comune”. Stiamo investendo molto nella formazione. La formazione, a nostro avviso, è l’unica arma per fornirci gli strumenti e le conoscenze per essere i leader di questo paese domani. La storia non va dimenticata, anzi, va ristudiata, e soprattutto non devono andare persi quei valori popolari e cristiani identificati da don Luigi Sturzo che li enunciava nella sua dottrina e che hanno sempre guidato l’azione del nostro partito e la nostra comunità.
Mi permetto di dire che dobbiamo tornare a perseguire e ricercare il bene comune, ritrovando anche, perché forse qualcuno lo ha perso, il significato della responsabilità nel fare politica.
I leader come Bigi, Clara Boscaglia, Berti e Ghironzi avevano un altissimo senso della politica come esempio. Erano consapevoli della loro funzione pedagogica che avevano sia nel partito che nella popolazione. Erano un esempio di rettitudine morale ed i primi a dimostrare nei fatti e con l’esempio ciò che poi chiedevano ai propri cittadini.
Oggi è ancora così?
Oggi assistiamo a una politica fatta di strumentalizzazioni, slogan e tanto altro. Credo che questo metodo sia l’opposto della responsabilità. È molto facile urlare in piazza “vergogna” e poi nella vita di tutti i giorni, quando si dovrebbe dare l’esempio, fare esattamente il contrario. È facile puntare il dito contro qualcuno, addossandogli colpe e responsabilità, quando la propria fortuna è soltanto quella che, purtroppo, viviamo in un paese dove, a volte, regna la memoria corta. Proprio riprendendo la dottrina di Sturzo, è necessario distinguere il popolarismo, cioè la capacità di comprendere i cambiamenti di una società e guidarli verso il bene comune di tutti e non di una determinata classe, dal populismo, che equivale al non assumersi alcuna responsabilità, inseguendo i mal di pancia della gente.
Come enunciava un altro grande padre fondatore della Democrazia Cristiana italiana, Alcide De Gasperi, “il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista guarda alle nuove generazioni”.
Dobbiamo tornare ad ascoltare, a dialogare e spiegare il perché di una scelta a discapito di un’altra. La Democrazia Cristiana a San Marino è sempre stato l’unico partito, anche con i suoi mille difetti, a difendere e perseguire il bene comune di tutti. Quanto ho detto è la verità. Sapete perché? Ogni volta che la Repubblica di San Marino ha vissuto dei momenti difficili, a chi è stata addossata la responsabilità di portarla fuori dai problemi?
Il Presidente dei GDC
Marco Mularoni